Capitolo Decimo: ” Il Quinto angelo”

… e il quinto angelo suonò la tromba
Così va disegnandosi il giorno: Lo spettro lascia esistere crinali lontanissimi e in quella distanza è quel che basta ad abbracciare il mondo, questo giorno per noi tutti uguale. Fuori c’è il primo orizzonte.
E dalla Luna una lacrima cadde sulla terra al richiamo della Bestia. Una cometa passa nel cielo e porta via con se le lacrime.
Il cielo iniziò ad oscurarsi, nessun altro suono oltre i lamenti. Né un grillo, né un uccello, neanche il silenzio: Solo il nulla.

Folle il mio ricordo nel dondolio del mare, quando le sirene hanno un dolore da cullare. Quel silenzio che racconta del vento nascosto e delle stelle timide al tocco della luce e riflette qualcosa di più grande, che non conoscono: Quegli occhi accesi nel cuore e il sole ferisce nel sonno, forti e teneri, densi, leggeri e freddi, ma con un sogno sul viso, quasi un bacio!
Sento quella mano mentre, lontano, un gallo urla al sole la sua potenza e il profumo dell’erba schiaffeggia le mani.
Ho dato la mia voce, credendo di poter parlare con la sua; ho dato la mia anima illudendomi di poter vivere in eterno e ho sacrificato il mio mondo. Ma, al posto della voce, ho avuto il pianto e per colmare lo spazio lasciato vuoto dalla mia anima, ho trovato il dolore,… questo dolore.
Adesso scende la sera e la brezza del mare dà sollievo alle anime, ai miei piedi ed ai miei pensieri.

Preferirei perdere coscienza di me, perdere coscienza di ogni cosa, del mio dolore, del mio destino e giungere all’alba privo di sensi, privo di memoria per non rimpiangere niente, privo di sensibilità per non avvertire niente, privo di conoscenza per non vedere i suoi occhi.
Stordito sulla spiaggia di questo cuore, ho percepito il suono del vento, il palpito affannato delle onde ed un ricordo!
Questo ora è tutto quello che ho; questo è tutto quello che mi resta: Un riflesso nell’acqua … la mia anima e la mia mente smarrite, in un attimo passato in fretta, tra i miei capelli e le mani.

Non mi rifletto più nella schiuma del mare, ogni giorno ed ogni notte, tra queste stelle impazzite e senza tempo.
Non più.

…e il quinto angelo suonò la tromba.
E vidi una stella caduta dal cielo sulla terra;
e le fu data la chiave del pozzo dell’abisso.
Ed aprì il pozzo dell’abisso…
(Apocalisse 9, 1-2)

“Il quinto angelo-By Ninni Raimondi” ©Copyright2011

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Immagine: Google-EVFDGraphics

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