Capitolo Nono: “Victor, l’intervista”

Victor: L’intervista
“Mi parli di questa storia. Io sono venuta qui per curiosità…”, disse la donna prendendo carta e penna.
Victor sospirò, si guardò intorno, poi prese la parola: “Sin dalla notte dei tempi il genere umano è sopravvissuto grazie al suo forte istinto di sopravvivenza. Talvolta mi chiedo come siamo riusciti ad arrivare sino ai giorni d’oggi senza essere schiavi di quello che ci circonda. Ma una cosa alla volta. Tempo fa, anzi secoli fa, durante i cosiddetti disordini religiosi, qualcuno si accorse che c’era qualcosa che non andava …
La donna lo guardava interessata, “prosegua per favore” disse vedendo che l’uomo stava prendendo fiato e riordinando le idee.
Si, dicevo che le cosidette leggende avevano preso un corpo. Il Problema è che, come in ogni storia, non c’è solo il personaggio buono, ma spesso, troppo spesso, tanti personaggi cattivi e mostruosi. Ecco io combatto quelli. Si proprio tutte quelle leggende che si trovano in un qualsiasi libro di folklore: Vampiri, Fate, Licantropi, Demoni e quanto altro di non umano giri su questa terra. Agli albori si usava molto più l’istinto. Oggi la tecnologia ci dà una mano, e nemmeno tanto piccola. Così la caccia a questi esseri da primitiva e istintiva è divenuta una azione scientifica e metodica…”.
La donna prese nuovamente la parola mentre scriveva appunti rapidamente sul taccuino, “Quindi sta dicendo che lì fuori, fin dalla notte dei tempi circolano esseri sovrannaturali? Immagino che siano tanto stupidi da non poter usare telefoni o cose del genere …” facendo per smorzare un pò l’enfasi dell’uomo.
Victor sorrise forzatamente e continuò: “Non proprio. Posso dire che anche questi esseri, con l’evolversi del tempo e della società, sono riusciti a confondersi perfettamente rendendo il mio lavoro e quello di altri come me praticamente impossibile. Il Progresso ha, come un enorme treno, investito in pieno una lotta antica come il mondo. Quindi se prima molti di noi sopravvivevano grazie alle innovazioni, ora possono cadere addirittura preda di mostri che sfruttino la tecnologia a loro vantaggio…”.
La donna scriveva con rapidità, incuriosita dalla voce e dalla storia dell’uomo che sembrava vera, l’uomo era veramente convinto di quello che stava dicendo. “E’ una storia incredibile, quasi da non credere. Vorrei chiedere, la gente cosa pensa di voi e della vostra missione di, ehm, cacciatore?”, cercando di animare la conversazione.
Beh, l’idea di fondo che si ha di un cacciatore è quella del sociopatico con tendenze schizzoidi. Non è così. Non chiedete mai a un Cacciatore perchè cerca una preda. La risposta che vi darà sarà sempre una ferita aperta nella sua anima. Io stesso ho iniziato a causa di un lutto importante. Talvolta molti, semplicemente, si ritrovano dentro una storia più grande di loro, un piccolo ingranaggio di un enorme meccanismo, il quale si muove e fa muovere tutti a loro volta”.
La donna era veramente incuriosita: “… e mi dica, cosa provate quando cacciate queste creature?
Victor la osservò “I sentimenti che si provano durante la caccia sono i più disparati: Odio, Rabbia, Adrenalina che ti scorre nel corpo, alcuni addirittura un perverso piacere. In tutti però c’è una cosa che li accomuna: la consapevolezza che non siamo soli, che c’è qualcosa oltre noi; qualcosa di infido e malvagio”.
Molto interessante, veramente molto interessante. Se posso chiederlo, come combattete queste creature?
Victor si guardò intorno mentre stringeva, tra le dita, una lettera ingiallita dal tempo e sorrise “Personalmente usando qualsiasi mezzo. Ciò non ci rende molto diversi da loro. Loro ci uccidono per sopravvivere, noi uccidiamo loro per sopravvivere. Insomma è la classica legge della natura. Vince il più forte. Fortunatamente fino ad oggi sono stato io il più forte …
La donna sorrise e accavallando le gambe affusolate disse: “Mi piacerebbe, tanto, saggiare le vostre capacità; vedervi all’oper …”.
Non terminò la frase che si ritrovò una pistola puntata alla testa. “Come le dicevo, fin’ora, il più forte sono stato io…”, sorrise Victor premendo il grilletto dell’arma. Il sangue imbrattò il tavolo e parte del muro. Osservò il corpo e chinandosi verso di lei, le prese da una tasca della borsa un paletto appuntito e accuratamente occultato dentro un foglio di giornale. Aprì la finestra, dall’ampia vetrata e lo lanciò il più lontano che poté, con un urlo disumano, quasi animale.
Poi, sorridendo, sussurrò: “Pour toi et pour notre amour, ma chérie! Sono sempre stato io il più forte …”, mentre trascinava il corpo della donna su per le scale …

“Victor, l’intervista-By Ninni Raimondi” ©Copyright2011

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Immagine: Google-EVFDGraphics

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